ERNESTO GUEVARA  -  Lettere

 

     La sua prima lettera
                 1933  "Cara Beatriz"

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     Lettera ai suoi genitori
1 aprile 1965

Cari vecchi,

Sento di nuovo sotto i talloni i fianchi di Ronzinante, riprendo la strada, scudo al braccio.

Sono quasi dieci anni che vi ho scritto una lettera d'addio. Se ricordo bene, mi lamentavo di non essere un soldato migliore e un miglior medico; medico, non m'interessa più, e come soldato non sono poi così male.

Non è cambiato nulla di fondamentale, se non che sono molto più consapevole, che
il mio marxismo si è approfondito e decantato. Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che vogliono liberarsi, e sono coerente con ciò che credo.
Molti mi tratteranno come un avventuriero, e lo sono, ma di un genere diverso, e di quelli che rischiano la pelle per difendere le proprie convinzioni.

Può darsi che stavolta sia l'ultima. Non la cerco, ma è nel calcolo logico delle probabilità. Se così fosse, vi abbraccio per l'ultima volta.

Vi ho amati molto, ma non ho saputo dar voce alla mia tenerezza.

Nei miei atti sono molto rigido e credo che talvolta non mi abbiate capito. È vero,
non era facile capirmi. Oggi, semplicemente credetemi.

Adesso, una volontà che ho affinato con gusto d'artista sosterrà le mie gambe molli
e i polmoni affaticati. Andrò fino in fondo.

Ricordatevi di tanto in tanto di questo piccolo condottiero del XX secolo. Un bacio a Celia, a Roberto, Juan, Martín e Patotín, a Beatriz, a tutti. Vi abbraccio, vostro figlio prodigo e recalcitrante,

Ernesto


OGGI, RICORDANDOMI DI TE,

MI E' NATA, COME NEI TANGHI,

UNA MELANCONICA NECESSITA' DI RIMPIANTO...

L'ESSENZIALE E' CHE MI SENTO "DA TANGO"

VALE A DIRE

UN PO' ARGENTINO.


(Lettera alla madre, giugno 1955)

     Lettera ai suoi figli
Ai suoi figli

Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto:

Se un giorno doveste leggere questa lettera, sarà perché non sarò più fra di voi.
Non vi ricorderete quasi più di me e i più piccoli mi avranno dimenticato.
Vostro padre è stato un uomo che ha agito secondo il suo pensiero, e che è stato sicuramente fedele alle sue convinzioni.
Crescete come bravi rivoluzionari.
Studiate molto per poter padroneggiare la tecnica, che permette di dominare la natura. Ricordatevi che è la Rivoluzione a essere importante e che ciascuno di noi, preso isolatamente, non valle nulla.
Soprattutto, nel più profondo di voi stessi, siate capaci di sentire ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la più bella qualità di un rivoluzionario.
Bambini miei, spero di vedervi ancora. Un grande e forte bacio da

Papà

Hildita Ernesto - Camilo - Aleida - Celia Ultimo ritratto
di famiglia
Marzo 1965

   Lettera a Fidel Castro
   

   

Che - Fidel

Che - Fidel

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